1 Marzo 2018: è un giovedì piuttosto uggioso, dai toni spenti, attenuati.
Alle spalle, il piccolo aeroporto internazionale di Queenstown, col suo viavai in scala ridotta. Di fronte a me uno spazio ampio, sconosciuto, che invita la curiosità a farsi avanti. Un passo dopo l’altro mi getto in questo nuovo mondo.
Così ha avuto inizio, ormai più di quattro anni fa, l’avventura che ha dato una svolta decisiva alla mia vita di autore, ma che ha soprattutto modificato certi miei schematismi che sembravano consolidati nell’immutevolezza. Il viaggio in Nuova Zelanda è stato per me occasione di riflessione attorno al concetto socio-economico di “standard”, spunto per riscoprire la bellezza della scrittura diaristica, viatico per conoscere nuove forme di umanità.
Ne è risultato, nel marzo 2019, Emisfero Sud. 120 giorni in Nuova Zelanda, a più riprese e in diverse modalità presentato nel corso dell’anno di pubblicazione, e che ora torno a presentare, grazie all’invito della Biblioteca di Oneta e alla collaborazione sempre proficua dell’amico Marco Carobbio, vicesindaco di Oneta e bibliotecario presso la Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo.

La presentazione si terrà venerdì 28 ottobre alle ore 20.30 presso la Sala Teatro del Municipio di Oneta (BG), in Val del Riso.
Sarà una preziosa occasione per parlare di un luogo lontano, affascinante per i suoi paesaggi, per la sua storia dalla duplice anima e per un alone di mistero che continua, fortunatamente, ad avere, nonostante la stretta pervasiva del turismo di massa e della globalizzazione.
Che cosa ci volete fare se avete trent’anni e, voltando l’angolo della strada, vi sentite sopraffatti, all’improvviso, da un senso di beatitudine, di assoluta beatitudine, come se aveste d’un tratto inghiottito un pezzo luccicante di quel tardo sole pomeridiano, e quello vi bruciasse dentro il petto, spandendo tutt’intorno una pioggerella di scintille in ogni vostra intima fibra, in ogni dito delle mani e dei piedi?
(Katherine Mansfield, Beatitudine)