C’è qualcosa di estremamente poetico in un motore Fiat A.S.2[1] che, agitandosi, muove le lamiere di un capanno fino a farle volare via. Spunta e germoglia come una dolcezza che sonda l’anima in superficie, sfiorandola senza affondare il colpo. Lo si ritrova nella vernice rossa di un idrovolante, nell’espressione compunta di un viso stregato, in antiche promesse e ricordi troppo vivi per essere dimenticati. Ridurre tale quid poetico a mera allegoria sarebbe un errore, perché ci porterebbe pian piano a rinunciare al fragile incanto di certi momenti e di certe immagini, e a preferirvi una serie di considerazioni impertinenti figlie dell’interpretazione audace.
Mi sia concesso, dunque, di chiarire queste parole che ad alcuni potranno sembrare enigmatiche, affrontando a viso aperto il personaggio che le ha ispirate e, soprattutto, facendo cenno al mondo entro cui se ne dispiegano i riferimenti.
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Storia di un cacasotto che imparò ad amare il cinema Horror
C’è una famosa massima, attribuita da Plutarco a Giulio Cesare, che recita: Nihil nobis metuendum est, praeter metum ipsum. “Non dobbiamo aver paura di nulla, se non della paura stessa”.
Se vogliamo credere al biografo greco e alla sua Vita di Cesare, non ci stupirà che una frase simile sia stata pronunziata da uno che di infondere terrore se ne intendeva.
A dire il vero, sebbene gli aforismi spesso aiutino a far propri concetti complessi condensandoli in pochi versi, dietro alla paura si nasconde tutta una serie di meccanismi psicologici e istintuali la cui spiegazione non può essere in alcun modo ridotta a singole frasi.
L’umorismo calato nel reale: il ritorno al cinema di Aldo, Giovanni e Giacomo
Nel corso degli anni ho riflettuto molto sull’evoluzione – o l’involuzione – della commedia italiana. Mi faceva pensare come i tempi e i costumi potessero cambiare le occasioni e i modi di far ridere.
Allo stesso modo, mi stupivo di come solo in alcune commedie emergessero ritratti particolarmente precisi e fedeli di una certa italianità che andava modellandosi seguendo tratti più o meno estremizzati o stereotipati. Diamine, il tema mi era talmente caro che l’estate scorsa ne feci oggetto di lezione; e, nonostante fossi consapevole di quanto sia difficile far comprendere le radici di un umorismo come il nostro a una platea di studenti stranieri, il discreto successo riscontrato dall’esperimento mi regalò non poche soddisfazioni.
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