Cultura

«Un’orribile pellicola di cattiva coscienza»: La fornace di Thomas Bernhard

Risale a pochi giorni fa la pubblicazione per Adelphi del romanzo di Thomas Bernard, La fornace (Das Kalkwerk), opera comparsa in prima edizione per la casa francofortese Suhrkamp Verlag nel 1970.

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Cultura

Storia di un cacasotto che imparò ad amare il cinema Horror

C’è una famosa massima, attribuita da Plutarco a Giulio Cesare, che recita: Nihil nobis metuendum est, praeter metum ipsum. “Non dobbiamo aver paura di nulla, se non della paura stessa”.
Se vogliamo credere al biografo greco e alla sua Vita di Cesare, non ci stupirà che una frase simile sia stata pronunziata da uno che di infondere terrore se ne intendeva.
A dire il vero, sebbene gli aforismi spesso aiutino a far propri concetti complessi condensandoli in pochi versi, dietro alla paura si nasconde tutta una serie di meccanismi psicologici e istintuali la cui spiegazione non può essere in alcun modo ridotta a singole frasi.

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Cultura

Perché Tolkien m’è rimasto nel cuore

Un autore che non fa discutere non lascia dietro di sé alcuna eredità. Potremmo dire, prendendo in prestito il vocabolario giornalistico, che “non fa notizia”. E questo rimane vero nella misura in cui si tende sempre più a giudicare il valore di un’opera in base all’impatto che genera sul pubblico e non alle sue qualità intrinseche. Giusto o sbagliato che sia, questo è il tipo di valutazione e di critica che prevale da almeno mezzo secolo.
Per tale motivo, autori che non hanno saputo elaborare stili o contenuti di memorabile spessore sono passati alla storia semplicemente per aver trascorso un’esistenza burrascosa o per aver espresso pensieri fuori dagli schemi, quando non al limite della censura. Contrariamente, scrittori di grande talento, ma senza vicende tragiche alle loro spalle, sono passati in sordina, destinati all’oblio.

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Cultura

L’umorismo calato nel reale: il ritorno al cinema di Aldo, Giovanni e Giacomo

Nel corso degli anni ho riflettuto molto sull’evoluzione – o l’involuzione – della commedia italiana. Mi faceva pensare come i tempi e i costumi potessero cambiare le occasioni e i modi di far ridere.
Allo stesso modo, mi stupivo di come solo in alcune commedie emergessero ritratti particolarmente precisi e fedeli di una certa italianità che andava modellandosi seguendo tratti più o meno estremizzati o stereotipati. Diamine, il tema mi era talmente caro che l’estate scorsa ne feci oggetto di lezione; e, nonostante fossi consapevole di quanto sia difficile far comprendere le radici di un umorismo come il nostro a una platea di studenti stranieri, il discreto successo riscontrato dall’esperimento mi regalò non poche soddisfazioni.

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