Di quell’estate ricordo soprattutto il caldo asfissiante. Il sole alto nel cielo senza nuvole e l’aria irrespirabile dell’agosto lombardo rendevano le giornate monotone e faticose. Piegati dalla calura e dall’afa, ci trascinavamo da una stanza all’altra per poi piegarci, come rami di un salice, su sedie e cuscini. Ogni tramonto era salutato con gioia vibrante, ma illusoria, poiché la sera non portava quasi mai la brezza rinfrescante che agognavamo come elemosinanti, ma solo opprimente e immota oscurità. Tra le spiacevoli conseguenze, una serie senza fine di notti insonni.
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Il furbo, l’idiota e il fantoccio
Padre Ignazio era il bibliotecario del monastero di Avio. Lo era diventato dieci anni prima, quando il suo predecessore, padre Tobia, era passato a miglior vita dopo una lunga malattia al cuore.
Non che gli piacesse più di tanto prender polvere tra scaffali e vecchi tomi, ma era sempre meglio che sporcarsi le mani zappando la terra o perdere qualche falange al laboratorio di padre Fernando. Era un lavoro noioso, ma sicuro.
E poi, fatto ancor più sorprendente per un uomo non troppo colto, star vicino alle pagine ingiallite dei libri gli consentiva di perdersi nelle trame di storie e leggende antiche.
Italy – New Zealand: Throwback
9 PM, February 27th 2018, Malpensa Airport
There was a long line checkin’ in. Voices of departing flights came out of the speakers. Hasty travelers ran from here to there dragging heavy luggages covered in plastic, and swearing in multiple languages.
Artificial lights illuminated the grey atmosphere in that cold winter night. Lost inside the wide spaces of the airport, I was getting ready for the departure.
Everything I cared about in that moment was a tasty pizza on my plate, Mohamed’s silly jokes and my own stupid effort to hide every symptom of anxiety.
Anno Zero
Erano le nove di sera del 27 febbraio.
C’era una fila interminabile al check in. Dagli altoparlanti suonavano annunci di voli in partenza. Viaggiatori frettolosi correvano di qua e di là trascinando bagagli ricoperti di cellophane e imprecando in mille lingue diverse.