Guido, Antonia, Miro: filosofia e vite spezzate nella scuola di Antonio Banfi

Quando il senatore romano Severino Boezio scriveva il suo De consolatione philosophiae, tra 523 e 524 d.C., poco prima di essere giustiziato, l’idea che la Filosofia potesse offrire un rimedio alla umana sofferenza, nonché una risposta efficace alla pressante vicinanza della Morte, era ancora piuttosto solida.        
Ma che la stessa Filosofia potesse, al contrario, avvicinare la persona, fragile e inquieta per natura, a pensieri luttuosi o, addirittura, suicidi, beh, questo non lo si doveva pensare così frequentemente.

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Οὖτις: il vantaggio di essere Nessuno

Editoriale del 24 Agosto 2021 (in copertina: Nostalghia, A. Tarkovskij, 1983)

Spesso si dice che un libro non dovrebbe esser giudicato dalla copertina. Vero, ma, per rendere più completa quest’affermazione – piuttosto banale, a dire il vero – occorrerebbe aggiungere che il giudizio non deve fermarsi nemmeno al titolo. Questo perché, sotto frontespizio e intestazione, si celerebbe un intero mondo,  decisamente impossibile da cogliere nell’immediato.

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Scrivere in una modernità senza narrazione

In qualità di insegnante, sovente mi interrogo sulle potenzialità delle attività di scrittura nel contesto d’apprendimento di una lingua seconda. La produzione scritta è, per l’allievo non madrelingua, una delle abilità primarie da sviluppare nel lungo processo apprenditivo.
Tradizionalmente considerata ostica da insegnare, perché esige dallo studente una certa capacità di elaborazione e organizzazione concettuale, la scrittura è stata rivalutata in positivo negli ultimi anni, se è vero che la tendenza della glottodidattica contemporanea è quella di proporre piccole attività di composizione fin dai primi livelli di conoscenza della lingua. Di conseguenza, non è affatto raro trovare degli esercizi finalizzati alla produzione di brevi frasi, poesie o didascalie nei manuali dedicati al livello A1.

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